venerdì 10 dicembre 2010
pyROMAne
Il videomaker Quinto Ficari per girare questo corto si è ispirato ad una poesia di Gabriele Peritore, "Piromane", tratta dal libro "A Respiro Trafitto", Cagi Editore. Questo video è stato selezionato da uno dei più importanti Film Festival di VideoPoesia, lo ZebraPoetry edizione 2010, ed è stato proiettato al cinema Babylon di Berlino.
venerdì 3 dicembre 2010
Via de la Maranella di Marco Marzi
“Via de la Maranella” è la raccolta completa o quasi dell’opera di Marco Marzi; comprende le poesie che vanno dagli anni settanta fino ad oggi. Come si evince dal titolo c’è un richiamo evidente alla strada in cui ha vissuto la sua infanzia. Non è soltanto nostalgia, è anche e soprattutto voglia di ritrovare certe sonorità, musicalità di voci e termini, certe inflessioni, certi schiamazzi o anche modi di esprimersi in cui si muoveva in modo più naturale, in cui poteva parlare la sua lingua. La lingua che poi troveremo nel lavoro letterario, nella poesia: il romanesco. Il dialetto che non è solamente dialetto ma è un vero e proprio idioma che ha le sue radici filologiche e che si rinnova in maniera camaleontica con lo scorrere del tempo. Non ha importanza se non si riconosce con le parlate giovanili contaminate dalle influenze metropolitane o con il romanaccio delle periferie, per l’autore il dialetto è l’unico modo in cui riesce a comunicare in maniera diretta, spontanea, ma che può anche rappresentare un forma colta di espressione. Per Marzi il dialetto è ricerca e memoria etimologica. Encomiabile è la ricostruzione del vocabolario belliano e del Belli apprezza e riporta ironia e atteggiamento critico nel descrivere gli eventi quotidiani o gli avvenimenti sociali che coinvolgono l’intera collettività, con una specie di distacco personale per interpretare il pensiero della saggezza comune, o della comunità. Grazie al numero elevato di poesie contenute nell’opera si può gustare l’intero percorso emotivo e intellettuale dell’autore che come un artista vero riesce a non posizionarsi su giudizi morali semplicistici ma ad amare l’umanità di ogni singolo essere vivente. Si potrebbe dire di Marzi ciò che diceva di sé il personaggio di una commedia di un grande poeta latino: “niente di ciò che accade all’uomo sento a me estraneo”.
Di enorme piacere sono anche le appendici di cui il volume è corredato, il vocabolario per chi non riuscisse a comprendere a fondo il romanesco, l’indice dei nomi, la prefazione che spiega la vita da strada e la mirabile introduzione del Professor Alessandro Balicchi.
giovedì 15 luglio 2010
A tutti i poeti
E' in corso d'opera la progettazione di un'antologia da Fine del Mondo...
cagieditore@libero.it
mercoledì 26 maggio 2010
Scienza e Poesia dell'Anima di Ruggero Stacconi
sabato 1 maggio 2010
Dal sesto capitolo- Scienza e poesia dell'Anima di Ruggero Stacconi
Gli interrogativi della scienza occidentale convenzionale sul rapporto coscienza - materia : In quale momento ha origine la coscienza? Oppure, Quand'é che la materia diventa cosciente di se stessa?
Nelle fasi "transpersonali" viene capovolto come segue :In che modo la coscienza produce l'illusione materiale? La coscienza viene vista come qualcosa di primordiale, che non può essere spiegato sulla base di alcunché d'altro, qualcosa che esiste e che, in definitiva, è l'unica realtà.
Qualcosa che è manifesto in noi "..e in tutto ciò che ci circonda".
Una delle metafore più frequenti che si ritrovano nelle relazioni di esperienze psichedeliche è quella della circolazione dell'acqua in natura.
La "coscienza universale" è assimilata all'oceano, una massa fluida indifferenziata - e la prima fase della "creazione" è la formazione di onde. Un'onda può essere vista come un'entità individuale, nondimeno è ovvio che l'onda è l'oceano, e l'oceano è l'onda, non c'è una separazione ultima.
Questa è anche un'immagine che usano sia i buddisti che i fisici quantistici i quali usano l'analogia delle onde d'acqua per illustrare "l'illusione di entità separate”.
La metafora dell'oceano può estendersi e, in ogni caso, assumere il suo profondo significato ecologico e rivelatore.
Quando il mare frange, la roccia spruzza e si ritira. Può lanciare goccioline d'acqua in aria che hanno una breve esistenza individuale per poi essere ringhiottite dall'oceano. Può, altresì, nel susseguirsi delle onde, lasciare dietro di sé delle pozze d'acqua che resteranno libere e separate per un certo tempo, finchè non giungerà un'altra onda a recuperare quell'acqua che prima era un'estensione dell'oceano e che poi ritorna alla sua origine.
La fase seguente è l'evaporazione dell'acqua a formare una nube, una trasformazione "reale" dell'unità "categoriale" originaria. Eppure la nube è l'oceano, e l'oceano è la nube, che infine, sotto forma di pioggia, si riunirà all'oceano.
La separazione di una entità del tutto diversa, altamente strutturata ed individuale, è rappresentata dalla cristallizzazione in fiocco di neve delle gocce d'acqua della nube. Ci vuole una conoscenza molto raffinata e sensibile per riconoscere che il fiocco di neve è l'oceano e l'oceano è il fiocco di neve. Per riunirsi all'oceano il fiocco di neve deve rinunciare "alla sua struttura ed alla sua individualità".
Per tornare alla "sorgente" deve passare, per così dire, attraverso una " morte dell'Io".
Fritjof Capra commenta in modo sorprendente, e soprattutto competente, la metafora espostagli direttamente da Grof. Egli conclude, infatti, che: "…non si può non restare colpiti dalla profondità dell'immagine metaforica di Grof
che fa emergere consapevolezza di una connessione tra "ecologia e spiritualità". Una consapevolezza intuitiva dell'unità di tutta la vita cosmica nella sua interdipendenza con i cicli del "mutamento". E' proprio questa consapevolezza ecologica che può definirsi "spirituale" o "dello spirito umano". A questo punto non sorprende che la nuova visione della "realtà" cosmica della fisica moderna, così olistica, metafisica ed ecologica, sia in armonia con le visioni delle tradizioni filosofiche, spirituali e religiose d'ogni tempo!
giovedì 1 aprile 2010
Giorgio Pirrotta- personale pittorica
mercoledì 24 marzo 2010
A tutti i poeti. Inviate una poesia sulla Fine del Mondo
scrivete a cagieditore@libero.it